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Finanziamenti ad alto rendimento nella sicurezza alimentare

La fame rappresenta una crisi globale di massima urgenza che impone massicci investimenti. Fortunatamente, i potenziali ritorni sono enormi, perché i sistemi alimentari sostenibili non solo riducono la povertà e la malnutrizione, ma creano anche posti di lavoro, promuovono la crescita economica, riducono la disuguaglianza di genere, migliorano la salute e costruiscono comunità più solide.

Sebbene si produca cibo a sufficienza per sfamare la popolazione mondiale, la fame e la malnutrizione minacciano ancora milioni di vite umane, a causa di conflitti, povertà, rallentamento economico e cambiamenti climatici. Nel 2023 circa 2,3 miliardi di persone hanno dovuto affrontare un'insicurezza alimentare moderata o grave e oltre 730 milioni di persone hanno sofferto la fame; quasi la metà dei decessi di bambini al di sotto dei cinque anni è riconducibile alla malnutrizione.

Oltre al profondo tributo umano, la fame costa ai paesi in via di sviluppo miliardi di dollari in perdita di produttività e consumi. Visti i costi così esorbitanti, l'insicurezza alimentare è in cima all'ordine del giorno del Forum alimentare mondiale (WFF) 2024 di questa settimana a Roma.

Dobbiamo affrontare con urgenza e alla radice la fame e la malnutrizione, e uno dei modi più efficaci per farlo è investire per rendere i nostri sistemi agroalimentari più efficienti, equi e sostenibili. Ciò significa migliorare le infrastrutture e i servizi che aiutano gli agricoltori ad accedere ai mercati, mobilitare investimenti per potenziare le strutture portuali e di stoccaggio, i sistemi di irrigazione e altre fonti di produttività, e diffondere l’utilizzo di tecniche di produzione attente al clima. Ciascuno di questi interventi avrebbe un enorme impatto sulla sicurezza alimentare, sia oggi che in futuro. Ognuno di essi, però, richiede maggiori finanziamenti.

Investire nella sicurezza alimentare

Secondo il rapporto periodico Lo Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo, realizzato dalle cinque principali agenzie delle Nazioni Unite che si occupano di questo tema, per porre fine a fame e malnutrizione occorrono trilioni di dollari. Data la complessa interazione tra fame, povertà e sviluppo, l'ultimo rapporto invoca un uso più efficiente degli strumenti di finanziamento innovativi, come le obbligazioni verdi o sociali, e più in generale un cambiamento nel modo in cui finanziamo la sicurezza alimentare. Dobbiamo fare di più per garantire che i gruppi marginalizzati, come le donne, le popolazioni indigene, i piccoli agricoltori e le imprese agroalimentari abbiano accesso ai finanziamenti.

La Banca europea per gli investimenti, la banca dell'Unione europea, ha una profonda esperienza nel finanziare investimenti lungo tutta la catena del valore dell'agricoltura e della bioeconomia. Ogni anno, presta circa 5 miliardi di euro (5,5 miliardi di dollari) al settore in tutto il mondo.

Ad esempio, la BEI ha recentemente investito nelle infrastrutture della Tunisia per rafforzare i sistemi di stoccaggio alimentare e ridurre il rischio di carenze di cereali innescato dall'invasione russa dell'Ucraina. Collabora con le banche locali per sostenere i piccoli agricoltori e fornire microfinanza in paesi come l'Uganda. Nel Malawi e in Zambia ha attivato meccanismi di ripartizione del rischio e ha fornito garanzie agli istituti finanziari che concedono prestiti alle aziende che acquistano materie prime da piccoli proprietari terrieri. Inoltre, nel Madagascar sta supportando un'impresa sociale che contribuirà a promuovere la sostenibilità ambientale e la sicurezza alimentare, garantendo allo stesso tempo redditi dignitosi agli agricoltori.

Nutrire il mondo è un imperativo strategico

Il problema è che i paesi con i più alti livelli di insicurezza alimentare spesso hanno le maggiori difficoltà ad accedere ai finanziamenti. Tra i loro principali ostacoli vi sono gli elevati costi di transazione, la frammentazione dei mercati agricoli, l'insicurezza dei diritti fondiari, la scarsa capacità amministrativa, la governance debole e l'instabilità politica.

Perseguire partenariati internazionali più saldi diventa quindi una delle soluzioni più idonee per vincere quelle sfide. Ecco perché la BEI e la FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, e altre organizzazioni internazionali lavorano a stretto contatto per promuovere la sicurezza alimentare, la sostenibilità ambientale e la resilienza climatica. Unendo le nostre risorse ed esperienze, soprattutto nell'Africa subsahariana, possiamo vincere le sfide croniche del finanziamento.

Ad esempio, attingendo alle competenze e alla capacità di aggregazione della FAO, possiamo fornire maggiori finanziamenti alle attività agroalimentari e di bioeconomia. Nel solo 2023, il Centro per gli investimenti della FAO ha contribuito a mobilitare 6,6 miliardi di dollari in nuovi investimenti mettendo a punto 38 progetti di investimento pubblico sostenuti da partner finanziari in 26 paesi. E questo in aggiunta all’aiuto all'implementazione dei progetti in corso, che rappresentano un totale di circa 46,7 miliardi di dollari.

Tuttavia, aumentare tali finanziamenti significa dotarsi del giusto tipo di strumenti, non ultimi i prodotti finanziari che riducono i rischi per il settore privato. Ad esempio, i finanziamenti misti, che abbinano fondi pubblici e privati, e i meccanismi di finanziamento innovativi come le obbligazioni verdi rendono questi investimenti più appetibili ai detentori di capitali che restano tuttora in disparte.

Nutrire il mondo non è solo una responsabilità morale; si tratta di un imperativo strategico. La fame è una crisi globale di massima urgenza che impone massicci investimenti. Fortunatamente, le ricompense che si prospettano ne valgono la pena. I sistemi agroalimentari sostenibili fanno molto di più che ridurre semplicemente la povertà e la fame. Creano anche posti di lavoro, promuovono la crescita economica, riducono la disuguaglianza di genere, migliorano la salute e costruiscono comunità più solide. Il rendimento è enorme e il costo dell’inazione sarebbe ancora maggiore.

Questo articolo è stato pubblicato in origine da Project Syndicate.