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L'Europa in un mondo che cambia

In un mondo in cambiamento la Banca europea per gli investimenti si prepara al 2025 concentrandosi sull’integrazione dei mercati, sulla semplificazione dei processi, sul rafforzamento della sicurezza e della resilienza.

Se c'è una parola che esprime l'essenza del 2024, penso sia "cambiamento". Un cambiamento politico, con oltre due miliardi di persone chiamate alle urne a livello mondiale, ma anche una profonda trasformazione degli assetti globali che hanno segnato gli ultimi 80 anni, e delle tensioni commerciali, conflitti e guerre che ne sono derivati.

Anche l'economia sta cambiando: siamo nel bel mezzo di una rivoluzione energetica e l'intelligenza artificiale sta entrando prepotentemente nelle nostre vite, stravolgendo la quotidianità, tanto a livello privato quanto professionale. A causa del cambiamento climatico, gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti e dannosi. Allo stesso tempo, la transizione verde sta entrando in una nuova fase che porta con sé la maggior redditività di sempre e tecnologie davvero rivoluzionarie.

In molti casi, si tratta di cambiamenti che ci disorientano e fanno vacillare le nostre certezze.

Con il 2025 ormai alle porte, noi europei dobbiamo saperci adattare a questo contesto in piena evoluzione. È fondamentale abbracciare le riforme e semplificare i processi per lasciarsi alle spalle tutto ciò che è ormai obsoleto, ridurre la burocrazia,  coinvolgere privati e imprese, e promuovere partenariati che portino a nuove soluzioni.

Ed è proprio quello che ho fatto nel 2024. Da quando ho assunto la guida del Gruppo Banca europea per gli investimenti, una delle istituzioni finanziarie multilaterali più grandi e solide al mondo nonché braccio finanziario dell'Unione europea, ho avuto un obiettivo ben preciso per il mio primo anno di mandato: ascoltare e dialogare.

Ho visitato tutte le capitali degli Stati membri per confrontarmi con i ministri delle finanze e i leader di governo sulle priorità fondamentali dell'Europa. Durante questi incontri, ho avuto modo di vedere da vicino il lavoro svolto sul campo dai colleghi del Gruppo Banca europea per gli investimenti dislocati sul territorio, impegnati a trasformare idee innovative in progetti concreti. Un impegno che punta a rafforzare significativamente la produttività e la resilienza delle nostre economie e comunità.

Sono stata in Campidoglio, dove nel 1957 fu firmato il Trattato di Roma che ha creato la BEI, e ho discusso con il Sindaco Gualtieri dei piani per far progredire la mobilità sostenibile e potenziare l’efficienza energetica nella Capitale. I vigili del fuoco di Atene mi hanno raccontato di come il Gruppo BEI abbia finanziato l'acquisizione di droni di sorveglianza per domare gli incendi. Ho incontrato i residenti di unità di edilizia sociale a Valencia e Dublino, in quanto testimoni della fondamentale importanza della disponibilità di un alloggio nella vita di una persona, ed esponenti dell'università di Nicosia che mi hanno parlato del potere trasformativo dell'istruzione. Ho visitato il sito di un progetto di infrastruttura idrica di Barcellona, oltre che i laboratori di imprese europee innovative, beneficiarie degli strumenti di venture debt della BEI per accelerare le proprie avanguardistiche ricerche nell'ambito delle tecnologie sanitarie ad Amsterdam, a Varsavia e a Copenaghen.

Quello che ho visto e sentito ha rinsaldato la mia fiducia nel futuro dell'Europa e nella nostra capacità di affrontare le sfide con determinazione e comunione di intenti. Sono più che mai convinta dell'importanza di garantire un'equa distribuzione delle opportunità di successo all'interno del continente, perché anche i nostri talenti sono disseminati in tutto il suo territorio.

Questo mese si insedierà una nuova Commissione europea, che inizierà i lavori sulla scorta delle recenti relazioni elaborate da rispettate personalità come Mario Draghi e Enrico Letta. Il Gruppo BEI lavorerà a stretto contatto con la Commissione e concentrerà gli investimenti su otto priorità fondamentali approvate dai suoi azionisti, i 27 Stati membri dell'UE.

In occasione delle mie visite nelle capitali dell'Unione europea, i vari leader hanno espresso le loro aspettative nei confronti del Gruppo BEI. Ci chiedono di continuare a fare ciò che sappiamo fare meglio, ovvero contribuire direttamente agli investimenti e catalizzare i finanziamenti privati, ma incrementando quantitativamente i nostri sforzi. Ci hanno chiesto di mantenere la rotta verso l'obiettivo "banca del clima", di investire di più nell'innovazione e nelle tecnologie indispensabili per la nostra competitività, nella coesione, nell'edilizia residenziale agevolata, nell'agricoltura e nelle risorse idriche, nonché di sostenere l'industria europea della sicurezza e della difesa. Abbiamo già iniziato a realizzare tutto questo, e continueremo nel 2025 con tre obiettivi prioritari.

Primo, dobbiamo superare la frammentazione. È giunto il momento di procedere con una piena integrazione dei mercati e di introdurre incentivi, strumenti e un quadro preciso che permettono di indirizzare il capitale europeo in investimenti produttivi. Dobbiamo sostenere le imprese, le idee e le tecnologie nate nell'UE affinché si sviluppino e restino in Europa.

Secondo, dobbiamo semplificare il funzionamento dell'UE e ridurre gli oneri amministrativi che frenano gli investimenti in progetti che contribuiscono a migliorare la vita delle persone e rafforzano le comunità.

Terzo, dobbiamo aumentare i finanziamenti a sostegno della sicurezza e della resilienza collettiva, accelerando la produttività e la crescita dell'Europa.

Questi tre punti, sostenuti dai governi degli Stati membri, trovano riscontro anche nelle priorità della nuova Commissione. Saranno la bussola che orienterà i lavori del Gruppo BEI, perché la collaborazione tra autorità di bilancio e di regolamentazione, coordinata con i nostri strumenti finanziari, può portare l'Europa a forgiare l'unità partendo proprio dalla sua diversità.

L'Europa è a un bivio, e dalle nostre scelte dipenderà il suo ruolo sulla nuova scena globale. Le premesse fanno ben sperare. Le democrazie sono solide quando le società mantengono la fiducia nei loro punti di forza. Gli estremismi, invece, trovano terreno fertile nella disperazione e nella divisione.

A prescindere dai venti contrari, di una cosa non possiamo dubitare: la determinazione dell'Unione europea a costruire un futuro più sicuro, prospero e sostenibile per i suoi cittadini. Il Gruppo BEI svolgerà un ruolo strategico in questo sforzo collettivo,  impegnandosi fortemente a creare un mondo migliore, che offra alle future generazioni maggiori opportunità.