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La locuzione "banca etica" è nata per indicare un nuovo tipo di istituto di credito, a dimostrazione della distanza comunemente percepita tra il mondo delle banche e i principi morali. Eppure, alcuni istituti di credito stanno rimettendo in discussione questo stereotipo, ridefinendo il ruolo delle banche.

Un ottimo esempio è rappresentato da Banca Etica, il primo istituto di finanza etica in Italia che punta a innescare una piccola rivoluzione nel settore bancario. Con il suo ultimo progetto, Banca Etica intende sostenere le categorie maggiormente esposte all'esclusione finanziaria, quindi donne, persone rifugiate e imprese delle regioni italiane meno sviluppate.

"L'aggettivo 'etica' riferito a 'banca' non crea un ossimoro, anzi, siamo convinti che rappresenti una reale possibilità e un'opportunità di fare finanza in maniera diversa", commenta Tommaso Rondinella, Responsabile dell'Ufficio Modelli di Impatto e Valutazione Socio Ambientale di Banca Etica. "Per noi, è il nostro passato, presente e futuro."

Il nuovo progetto di Banca Etica dovrebbe catalizzare 168 milioni di euro di investimenti e generare un circolo virtuoso nella società. La Banca europea per gli investimenti sostiene Banca Etica con un prestito da 60 milioni di euro firmato nel luglio 2024.  



Gli aspetti sociali prima degli affari

I centri di accoglienza per i rifugiati rappresentano un fondamentale fattore di integrazione sociale, ma spesso faticano a procurarsi il capitale di cui hanno bisogno. In Italia questi ricevono un rimborso pubblico per le spese legate alle attività di accoglienza, ma i tempi di attesa dei fondi sono spesso molto lunghi e possono arrivare addirittura a 36 mesi. Questi ritardi rendono più difficoltosa la gestione quotidiana delle strutture e dei servizi che offrono, con conseguente aumento delle pressioni sociali e finanziarie per i rifugiati; appare quindi chiara la necessità di trovare alternative di finanziamento più rapide.

Grazie alla nuova iniziativa di Banca Etica almeno il 30% dei fondi messi a disposizione dalla BEI sarà destinato al mantenimento dell'operatività dei cosiddetti centri di accoglienza "diffusi" per persone richiedenti asilo e rifugiate. Maggiori finanziamenti per questi centri si traducono in migliori servizi sociali, che sostengono i rifugiati nel processo di integrazione e inserimento nel mercato del lavoro.

"Il nostro intento è contribuire alla creazione di un solido quadro di accoglienza e integrazione", sono le parole di Tommaso Rondinella. "I progetti finanziati nell'ambito di questo quadro potrebbero includere ad esempio corsi di lingua e formazione professionale finalizzati all'integrazione dei rifugiati nelle comunità locali."

Per 25 anni Banca Etica è stata l'unica banca italiana attiva esclusivamente nel campo della finanza etica; opera su scala nazionale, ma recentemente ha esteso le sue attività anche alla Spagna.

Il finanziamento sosterrà inoltre l'occupazione e l'imprenditorialità delle persone rifugiate e richiedenti asilo, contribuendo così alla loro integrazione nei mercati del lavoro in condizioni libere, eque, sicure e rispettose della dignità umana.  

"Abbiamo stabilito criteri specifici per i beneficiari finali, che sono quindi tenuti ad offrire ai rifugiati opportunità di lavoro e formazione professionale affidando loro anche ruoli dirigenziali o comunque coinvolgendoli nelle loro attività imprenditoriali", spiega Aysen Isaoglu, economista della Banca europea per gli investimenti che ha seguito l'operazione.

Al fianco delle donne e delle imprese

Spesso quando si tratta di ottenere un finanziamento per avviare o espandere un'attività le imprenditrici si trovano ad affrontare maggiori difficoltà rispetto agli uomini. E anche quando il finanziamento viene accordato, solitamente è di entità inferiore e comporta tassi di interesse e obblighi di garanzia più elevati.

Proprio per questo, almeno il 30% dei finanziamenti offerti da Banca Etica grazie ai fondi FEI e BEI sarà destinato a piccole e medie imprese a conduzione femminile e ad attività che promuovono opportunità di lavoro e servizi per le donne. L'obiettivo è ridurre il divario di genere, agevolando le imprenditrici nell'accesso ai finanziamenti e nell'espansione dell'attività.

"Non c'è nulla di più gratificante che promuovere iniziative davvero in grado di trasformare e innovare in settori tradizionalmente esclusi", aggiunge Tommaso Rondinella.

Meno disparità regionali

Quando si parla di accesso ai finanziamenti, le piccole e medie imprese delle regioni meno sviluppate si trovano ad affrontare analoghe difficoltà. L'ultimo terzo dei fondi messi a disposizione di Banca Etica da BEI e FEI sarà pertanto destinato a tali attività, con l'obiettivo di rafforzare l'economia, creare occupazione e opportunità, nonché ridurre le disparità regionali.

"Questo progetto sottolinea come i prestiti intermediati della Banca europea per gli investimenti possano essere utilizzati per promuovere piccoli progetti dal notevole impatto", commenta Guido Vezzani, loan officer della BEI che ha lavorato al progetto. "L'operazione attirerà l'attenzione di altri gruppi bancari interessati a sostenere la parità di genere, l'inclusione sociale dei rifugiati e lo sviluppo economico del Meridione d'Italia e d'Europa."

Il partenariato con una banca locale è un'ottima soluzione per aumentare l'impatto delle attività di prestito, soprattutto se la banca in questione è attenta alla finanza etica e alla responsabilità sociale. Ecco perché la Banca europea per gli investimenti ha scelto di collaborare con Banca Etica. Insieme spianano la strada alla creazione di comunità più forti, in grado di offrire sostegno e inclusione alle persone vulnerabili.

Banca Etica è membro attivo delle principali reti internazionali di finanza etica, ad esempio della Federazione Europea delle Banche Etiche ed Alternative (FEBEA) e della Global Alliance for Banking on Values (GABV).
Banca Etica

La Banca europea per gli investimenti offrirà inoltre a Banca Etica un'assistenza tecnica finalizzata ad un più efficiente uso delle risorse attraverso il programma specifico dedicato alla finanza sociale inclusiva, Social Inclusive Finance Technical Assistance. Nell'ambito dello stesso, finanziato dal Polo di consulenza InvestEU, hanno ricevuto assistenza circa 60 istituti di microfinanza e di credito in oltre 20 Stati membri dell'UE, in particolare per quanto riguarda gli investimenti ad elevato impatto sociale, la pianificazione e lo sviluppo dei progetti.



Sostegno alle imprese sociali

Le imprese sociali svolgono un ruolo cruciale nella creazione di posti di lavoro e di impatto sociale, ma rimangono tuttora sottorappresentate e prive di un adeguato sostegno. Proprio per questo, nell'agosto 2024 il Fondo europeo per gli investimenti, parte del Gruppo BEI e specializzato nelle piccole imprese, ha concluso un accordo di garanzia per 200 milioni di euro con Banca Etica. L'iniziativa, che rientra nell'ambito del programma InvestEU, punta ad offrire sostegno alle imprese sociali italiane e spagnole che faticano ad ottenere finanziamenti tramite i canali tradizionali.

"La nostra collaborazione contribuisce a garantire una maggiore disponibilità di risorse per progetti sostenibili nel settore sociale", afferma Simone Petrillo, analista di finanza strutturata del Fondo europeo per gli investimenti che ha seguito l'operazione.

La garanzia consentirà a Banca Etica di espandere le proprie attività di prestito alle imprese verdi che intendono investire nella transizione verde e sostenibile, alle imprese attive nei settori culturali e creativi, e a diversi settori come ad esempio quello degli studenti/allievi di corsi e delle imprese che offrono servizi di formazione.