- La maggior parte delle città dell'Unione europea ha in programma nuovi investimenti per combattere il riscaldamento globale e aumentare il numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica, scuole e ospedali
- Il 56% dei comuni intervistati intende incrementare nei prossimi tre anni gli investimenti volti a ridurre le emissioni di gas serra; il 53% metterà a disposizione più risorse di bilancio per le infrastrutture sociali
- Le città di tutta Europa puntano sempre di più su nuove fonti di finanziamento per lo sviluppo, in aggiunta alle tradizionali sovvenzioni nazionali e dell'UE
Secondo una nuova indagine della Banca europea per gli investimenti (BEI), la maggior parte delle città europee intende incrementare la spesa per la lotta al cambiamento climatico e per la costruzione di alloggi a prezzi calmierati, scuole e ospedali. L’indagine realizzata dalla BEI segnala che il 56% dei comuni intervistati punta ad aumentare nei prossimi tre anni gli investimenti volti a ridurre le emissioni di gas serra, mentre il 53% intende destinare più risorse per promuovere le infrastrutture sociali.
La BEI ha pubblicato il rapporto oggi, in concomitanza con una conferenza del Comitato europeo delle regioni a Bruxelles dedicata alle esigenze di investimento urbano in Europa nonché al sostegno a favore dell'agenda politica dell'UE per le città.
L'Indagine coinvolge oltre mille comuni dell'UE, la cui popolazione varia da alcune migliaia a centinaia di migliaia di abitanti, per un totale complessivo di circa 26 milioni (approssimativamente il 6% della popolazione totale dell'UE a 27). Sono rappresentati i comuni di tutti gli Stati membri: si va dai 131 della Germania ai 107 dell'Italia, per arrivare ai 5 di Cipro e Lussemburgo. Come per la precedente indagine del 2022, sono state escluse le capitali nazionali e i territori extraeuropei. Inoltre, le città hanno partecipato in forma anonima.
Il nuovo rapporto rivela che le sovvenzioni nazionali ed europee rimangono le principali fonti di finanziamento per i progetti infrastrutturali, ma più della metà degli enti intervistati (61%) è interessata a esplorare altre opzioni. Tra queste figura, ad esempio, la trasformazione delle sovvenzioni in garanzie, per poi utilizzarle per ottenere più risorse dal sistema bancario.
“In un periodo caratterizzato da sfide sempre più impegnative, occorre garantire che ogni euro investito produca il massimo risultato: ciò significa fare leva su soluzioni di finanziamento innovative per sostenere i comuni affinché possano accelerare la transizione ecologica e altre priorità chiave. La BEI lavora a stretto contatto con le città europee per sviluppare e attuare gli strumenti di cui hanno bisogno per costruire un futuro più sostenibile e resiliente”, ha dichiarato il Vicepresidente della BEI Ioannis Tsakiris.
L'Indagine della BEI sui comuni offre un quadro ampio e dettagliato dei piani di sviluppo degli enti, che rappresentano circa il 54% degli investimenti pubblici nell'UE ed il 60% degli investimenti per l’azione climatica.
L'ultima Indagine rileva che gran parte delle città dell'UE prevede di investire di più per ridurre le emissioni. Inoltre, circa la metà di questi intende incrementare la spesa per le misure di adattamento al cambiamento climatico, come interventi volti a tutelare il rischio di inondazioni e incendi.
“I comuni di tutta Europa stanno dimostrando un forte impegno a favore della transizione verde: per trasformare questo impegno in risultati tangibili sarà necessario mantenere il sostegno politico e strategico a tutti i livelli”, ha dichiarato Debora Revoltella, Capo economista della BEI.
Secondo l'ultima Indagine, per molte città dell'UE la carenza di esperti per la realizzazione delle valutazioni ambientali e di ingegneri per l'attuazione dei progetti rimane un problema. La percentuale dei comuni che hanno segnalato una mancanza di competenze tecniche in questi settori arriva al 30%.
La BEI contribuisce a risolvere questa problematica mettendo a disposizione delle città le proprie competenze tecniche, finanziarie e strategiche. Tutti i progetti finanziati dalla Banca sono infatti oggetto di istruttoria da parte di ingegneri ed economisti della BEI. Le medesime competenze sono disponibili anche mediante il servizio di advisory, che offre assistenza ai promotori di progetti, agli enti nazionali, regionali o locali e agli intermediari finanziari.
"Il rapporto arriva al momento opportuno e offre molti spunti interessanti, confermando quanto i leader locali di tutta Europa già sapevano da tempo: le città europee di ogni dimensione sono al centro delle più importanti sfide del continente, dalla crisi climatica all'emergenza case", ha affermato Kata Tüttő, Presidente del Comitato europeo delle regioni. "I numeri parlano da soli, ma dietro alle cifre si nascondono sindaci, consiglieri comunali e cittadini che ogni giorno si impegnano per migliorare la qualità della vita. Il partenariato tra il Comitato europeo delle regioni e la Banca europea per gli investimenti è fondamentale per liberare tutto il potenziale delle nostre città. Esse potranno quindi perseguire le proprie ambizioni locali, innovare, realizzare investimenti pubblici di qualità e garantire l'inclusione di tutte le comunità, senza ritardi o esclusioni nella corsa per l'adattamento a un mondo in rapida evoluzione."
Informazioni generali
BEI
La Banca europea per gli investimenti (BEI) è l'istituzione finanziaria a lungo termine dell'Unione europea, di proprietà degli Stati membri. Finanziando progetti che promuovono otto priorità principali, gli investimenti della BEI contribuiscono agli obiettivi politici dell'UE, rafforzando l'azione per il clima e la protezione dell'ambiente, la digitalizzazione e l'innovazione tecnologica, la sicurezza e la difesa, la coesione, l'agricoltura e la bioeconomia, le infrastrutture sociali, l'unione dei mercati dei capitali e un'Europa più forte in un mondo più pacifico e prospero. Nel 2024 il Gruppo BEI, che comprende anche il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), ha firmato oltre 900 progetti d'impatto per quasi 89 miliardi di euro, contribuendo a rafforzare la competitività e la sicurezza dell'Europa.
Tutti i progetti finanziati dal Gruppo BEI sono in linea con l'Accordo di Parigi, come previsto nella nostra Climate Bank Roadmap. Quasi il 60% dei finanziamenti annui del Gruppo BEI sostiene progetti che contribuiscono direttamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici, all'adattamento e a promuovere un ambiente più sano. Sostenendo l'integrazione dei mercati e mobilitando investimenti, le risorse investite dal Gruppo l'anno scorso hanno contribuito ad attivare oltre 100 miliardi di euro di investimenti a favore della sicurezza energetica europea e a mobilitare ulteriori 110 miliardi di euro a sostegno delle startup e scaleup europee. Inoltre, circa la metà dei finanziamenti della BEI all'interno dell'Unione europea è destinata alle regioni di coesione, dove il reddito pro capite è inferiore alla media dell'UE. Il materiale fotografico per uso mediatico, aggiornato e di alta qualità, relativo alla sede della BEI, è disponibile qui.
Comitato europeo delle regioni
Il Comitato europeo delle regioni è l'assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell'UE provenienti da tutti i 27 Stati membri. È stato istituito nel 1994 dopo la firma del Trattato di Maastricht e la sua missione è quella di coinvolgere gli enti regionali e locali nel processo decisionale dell'UE mantenendoli inoltre informati in merito alle politiche dell'Unione. Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea consultano il Comitato nei settori di intervento che riguardano regioni e città. I 329 membri e i 329 membri supplenti del Comitato europeo delle regioni devono essere titolari di un mandato elettorale o essere politicamente responsabili dinanzi a un'assemblea eletta nelle rispettive regioni e città.